martedì 22 novembre 2011

Storie da vegetali Noti


Queste “Storie da vegetali” sono un piacevole percorso di illustrazioni alle quali il disincantato svolgersi rappresentativo viene accompagnato da mordaci pensieri o incauti passaggi narrativi, che corredano lo svelarsi della vicenda.
Tali Vegetali, così a noi noti, sono il frutto di una curiosità non casuale, una storia da guardare ed ascoltare, scritta come un frammento di un racconto. Alla loro vista i nostri sensi non si rifugiano in un naturalismo mimetico e neutrale che permette di scorgere somiglianze, ma seguono i sentieri di un sogno che diventa quasi un gioco di riconoscimento insolito ed usuale. 

 

Le storie che si susseguono tra le ingenuità vissute da un pomodorino in cerca di una identità o le surrealistiche confusioni, di velatura magrittiana ( appena accennata a livello narrativo ), di una mela, così come le vicende inattese di ciliegie, banane e limoni, sino a toccare le delicate vicende di amori impossibili di zucche, peperoncini e ghiande, diventano il tema di una realtà spiritosa. L’elemento vegetale, vivamente ripreso, si caratterizza come frammento vitale di una storia, di una favola non lontanamente passata, su cui però è anche lecito dubitare. 


L’orto del nostro Massimiliano Cardone, artista-vignettista empolese da anni attivo nell’area senese, si sveste della classica naturalità morta, distaccata e puramente descrittiva, per svelarsi come attrice di un racconto; le forme guidate e il colore, vivido di riflessi, disteso entro contorni precisi, delineati e serviti su diversi supporti materici, mostrano una tendenza stilistica fumettistica non fissata in senso stretto ( aspetto maggiormente percepibile nei lavori di “Instabilità emotive”, sovraccaricate di un’opacità timbrica a servizio di un’inquietudine esplosiva tipica di una realtà urbana post-atomica ed apocalittica ), ma che matura una vena di un pittoricismo rappresentativo di impatto immediato e sarcastico.

  
I Vegetali così raccontanti sembrano appartenere ad una quotidianità camuffata, priva di qualità, dalla quale cercano di allontanarsi; non hanno una natura comica o ridicola, ma si vestono di una ironia capace di improbabili conquiste epiche.
Il suo è un lavoro allusivo che ci pone a contatto con una natura ormai da tempo umanizzata, che prova dei sentimenti e che si realizza nel sociale; i suoi racconti, le sue brevi storie attingono e prendono spunto da quel lato della quotidianità incatenata al culto della soap opera, “ Storia di una ciliegia esibizionista famosa più per le sue storie senza amore”, “Storie di un pomodoro suicidatosi dopo aver visto andare in pezzi la propria storia d’amore” ed altri esempi, sembrano l’immagine beffarda, pungente e caricaturale, dei sentimenti e di alcuni non-valori o nuovi valori del nostro reale mondo.
I dipinti, a noi raccontati dall’artista, si snodano cose se fossero singole pagine di un opuscolo. Lo sguardo si sofferma su ogni vegetale o frutto e senza prepararsi ad una lunga osservazione rimane catturato dalla briosità dei versi, spesso non totalmente sciolti sul piano grafico, che, dopo il primo tentativo di lettura, lasciano un margine d’immaginazione tale da completare la storia come la si vuole. Sono letture di immagini che restano nel ricordo di chi osserva sia nella qualità di figura che di verso, immagini di una natura non più morta o inerte ma sempre più vicina alla vita.
 

 Antonio Locafaro




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